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Oggi la formazione non è soltanto un vincolo normativo, ma un presupposto operativo imprescindibile

26 Novembre 2025

🕑 Tempo di lettura: 3 min

Con l’entrata in vigore del nuovo Codice dei Contratti Pubblici, il Building Information Modeling assume un ruolo non più opzionale ma strutturale all’interno dei processi di progettazione, esecuzione e gestione delle opere pubbliche. L’adozione del BIM non rappresenta semplicemente l’introduzione di un insieme di strumenti digitali, bensì l’ingresso in una nuova epistemologia del progetto: un paradigma in cui l’edificio, l’infrastruttura o il sistema territoriale vengono concepiti come organismi informativi dinamici, dotati di una loro ontologia digitale, evolutiva e interoperabile.

Oltre il 65% dei bandi pubblici richiede competenze BIM certificate. Attraverso un percorso formativo rigoroso e strutturato diventa possibile integrare competenze eterogenee — progettuali, costruttive, gestionali e tecnologiche — all’interno di un unico ecosistema informativo che, secondo un approccio alternativo, supera la frammentazione tipica dei processi tradizionali.

La logica del “modello” nella cultura BIM richiama, in senso filosofico, il concetto aristotelico di forma come principio ordinatore: ciò che consente alla materia costruita di essere non solo organizzata nello spazio, ma riconoscibile all’interno di un processo temporale in cui ogni azione lascia una traccia computabile. Nel BIM, infatti, il progetto diventa un dispositivo cognitivo: un ambiente in cui la complessità architettonica e infrastrutturale viene tradotta in dati, relazioni e vincoli che permettono di simulare, verificare e anticipare le scelte progettuali molto prima che esse producano effetti sul costruito.

È per questo che la formazione nel BIM è cruciale e serve a:

  • comprendere la struttura logica dei modelli informativi

  • acquisire competenze sulle norme UNI 11337 e ISO 19650

  • padroneggiare i flussi informativi tra stazioni appaltanti, progettisti ed esecutori

  • adottare una cultura della coordinazione basata sul dato, non sul documento

  • integrare metodologie di controllo che permettono trasparenza, tracciabilità e qualità

  • sviluppare la capacità di interpretare l’opera pubblica come un sistema digitale complesso


L’obiettivo è favorire una trasformazione culturale prima ancora che tecnologica: passare da una pratica operativa frammentata a una progettualità sistemica che si fonda su responsabilità condivise, interoperabilità, revisione critica dei processi e gestione incrementale del ciclo di vita dell’opera.

In questo contesto, la domanda chiave diventa: come strutturare una formazione realmente efficace, scalabile e allineata alle esigenze operative delle stazioni appaltanti, dei professionisti e delle imprese?
La risposta risiede nella costruzione di percorsi modulati sui ruoli, sulle competenze e sui livelli di maturità digitale: programmi che consentano a ogni attore di comprendere il proprio posto all’interno del flusso informativo, evitando approcci generici o meramente teorici.

OfficinaBIM è impegnata nel supportare questa transizione culturale e tecnologica, offrendo percorsi formativi specialistici dedicati a tecnici, professionisti, imprese e organizzazioni che si stanno avvicinando al mondo del BIM o desiderano elevarne il livello di maturità.
Dalla modellazione avanzata alla gestione informativa, dalla normativa alle best practice operative, progettiamo corsi su misura e orientati alla reale applicazione nei contesti di lavoro.

Se vuoi strutturare un piano formativo BIM adeguato alle esigenze della tua realtà, siamo qui per accompagnarti in ogni fase del percorso.

 

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